COME I GIGLIOgni città ha la sua forma.
Di giorno in giorno la modelliamo, la scaviamo e la viviamo finchè ne assumiamo la forma e il carattere. La città prende la nostra forma e noi prendiamo la forma della città. Dentro luoghi reali ci sono luoghi immateriali. Ricordi, paure, speranze, memoria, storie, atrocità e sogni sono la sostanza della nostra presenza. Rimangono lì per sempre. Le storie son come i gigli possono “fiorire” tutto l’anno. Ci può sempre essere un’occasione per rifiorire, mettere ordine al caos delle nostre esperienze. Un mattino incontro Giacomo, compositore e direttore d’orchestra, mentre cerca ispirazione nei luoghi dove ha già suonato o diretto o dove a breve lo farà. Il fascino della Residenza di Caccia di Federico II si fonde con la sua straordinaria musica. E’ mattino anche quando incontro Gianni. Poeta dalle composizioni fulminee, laceranti. La Stazione s’insinua lungo il prospetto del santuario Madonna delle Grazie. Luogo di incontri, di scambi, dove perdere un treno diventa occasione di meraviglia di fronte ad una chiesa come questa. E' primo pomeriggio quando raggiungo Giorgio dove solitamente prova prima di andare in scena. Vero cantastorie, attore eccentrico e profondo conoscitore delle narrazioni popolari. E proprio dal Piaggio, il quartiere più antico di Gravina, che rimiriamo la splendida Cattedrale. Il sole comincia a calare quando incontro Lorenzo intento a fotografare questa magnifica città. Non è facile raggiungerlo giù per i sentieri, tra le rocce mozzafiato della Gravina. Gli parlo mentre lui continua a scattare. Il sole ormai coperto dalle nuvole restituisce una luce diffusa al Ponte Acquedotto che dalla terrazza di Mimmo lascia senza fiato. Scelta coraggiosa e luminosa quella di inoltrarsi nel cavato ad abitare un luogo di infinita bellezza nel cuore della città. Ecco, risonanza e appartenenza sono la più grande magia delle storie che le persone incontrate in questo viaggio mi hanno raccontato. |