IN LUCE"La vita può essere capita solo all'indietro ma va vissuta in avanti" (S.Kierkegaard)
Immaginate una giornata primaverile mentre vi trovate con un gruppo di persone a voi care con cui avete piacere di essere e siete raccolti sotto una naturale luce pomeridiana che completa quella sensazione di serenità che state provando scaldandovi non solo la pelle ma anche l’animo. Sareste più disponibili e predisposti a comunicare, a raccontare ed inevitabilmente a parlare di voi con le parole, con i gesti, comincereste più favorevolmente a ricordare a rimembrare? Sotto una buona luce l’animo si ben dispone e le parole fluiscono quasi trasportate, mosse liberamente fuori per finire quindi In Luce. Un progetto tutto fondato sull’empowerment In Luce che ha utilizzato la fotografia per ridare “volto”, dignità e bellezza alle donne ed agli uomini protagonisti di queste storie. La fotografia può essere, quindi, uno strumento terapeutico potente perché aiuta a vedere con occhi nuovi i paesaggi, gli oggetti e le persone della propria storia personale per poterla raccontare da nuovi punti di vista attribuendole differenti e più funzionali dimensioni di significato. Ogni fotografia, al di là del suo valore artistico, rivela molti più significati di quelli essenzialmente visuali. Ognuno, infatti, proietta su di essa i propri significati personali attribuendole propri vissuti, emozioni e stati d’animo, è questo che rende la foto un potente mezzo espressivo per narrare e ricostruire la propria storia di vita e i propri stati interni. In Luce è, quindi, un percorso per immagini, parole, voci e suoni, ma anche un pretesto per attraversare quegli spazi “vuoti” della persona di cui si intuisce il passaggio, l’impronta, il vissuto. Spazi e assenze che rievocano identità costrette e nascoste. Vuoti che a voler guardare oltre, per contrapposizione e attraverso oggetti e scorci, se ne intuiscono corpi, volti, gesti, solitudini, sofferenze, vite non-vissute. In Luce è un invito a soffermarsi per pensare, allontanandosi seppure per poco dalla superficie della quotidianità, e riconoscersi nell’Altro, attraverso il bisogno di attenzione e il rispetto degli inviolabili diritti di ogni persona. (Carmen Squeo) |