RACCONTARSI - QUANDO IL RITRATTO DIVENTA COLLABORATIVOQuando si accetta di farsi ritrarre probabilmente vi è consapevolezza di essere in una fase culminante di un lavoro di ricerca su sé stessi. Attraverso il ritratto è possibile comprendere in maniera inequivocabile la natura e i sentimenti di ciascuno perché la comunicazione non verbale non mente quasi mai. Anche per questo sapersi raccontare attraverso la fotografia non è certamente facile perché richiede di essere onesti verso sé stessi e nel nostro caso, verso l’osservatore dietro la macchina fotografica, che diventa uno specchio nel quale guardarsi ma anche e soprattutto, ritrovarsi. Per il resto ogni espressione, ogni gesto pur impercettibile ci descrive e quindi ci racconta.
Quando poi il racconto viene condiviso allora ci si svela davvero e talvolta ci si ritrova. Prendo a prestito le parole di Gianrico Carofiglio per chiarire meglio la natura di questi incontri, quando dice che “l’arte del racconto ci ricorda come non esista una sola risposta di fronte ai dilemmi umani” e che “i cambiamenti si producono solo nei momenti in cui incontri davvero un’altra persona. A volte sono attimi, tempi minimi, ma con una importanza decisiva nelle nostre autobiografie”. Sapersi ascoltare è tanto importante quanto saper ascoltare gli altri, e dunque significa entrare in contatto con i sentimenti, accoglierli e bonificarli. L’effetto prodotto per sé o per gli altri è sempre quello di una carezza affettiva. Di raccontare quindi, non si può fare a meno, con qualunque mezzo si scelga di descriversi, che siano immagini o pagine di scrittura. E' possibile anche raccontarsi attraverso gli oggetti, che sono evocativi perché non sono mai solo oggetti, sono cifrari emozionali, contengono le chiavi di una parte di noi e del nostro vissuto. Sono contenitori inconsapevoli di storie, sono univoci e riconoscibili e questo crea un terreno comune con chi guarda ed ascolta perché può immedesimarsi nella storia raccontata ed entrare in empatia. "L'autoritratto" non deve necessariamente limitarsi ad una sola fotografia ma può realizzarsi attraverso la produzione di una serie di immagini. Un ritratto in divenire, mobile, continuo. Questa è una narrazione fotografica, fatta di sequenze, di elementi di vita quotidiana, di emozioni che vanno guardate e ascoltate perché sono il linguaggio della risonanza. |