FRA PAESAGGIO ESTERNO E PAESAGGIO INTERNO
I luoghi che ho fotografato dimostrano più della località fisica e divengono veri e propri “spazi dell’immaginario, dell’illusione, della verità e della memoria”.
Superata quindi, la necessità di mettere a fuoco la propria posizione la realtà si trasforma in una grande narrazione e questi luoghi possono diventare il luogo di ciascuno.
Questa esperienza sul paesaggio dell’Alta Murgia vorrei apparisse un po’ così: una mappa indefinita, configurata senza direzioni principali, più l'idea di un luogo che non la sua classificazione o rappresentazione, quasi a superare, la logica di separare, distinguere, misurare, spiegare ma accettare la vertigine del divenire, dell’instabilità, della contraddizione, dello smarrimento che deriva dall’assenza di certezze fisse, assolute, dimostrate, assecondano unicamente, i bizzarri intrecci del vedere.
Tuttavia la perdita di queste certezze implica una certezza piena di stupore, di ironia, di umorismo, implica il coraggio di ‘errare’ verso una meta forse non raggiungibile, dove “il cammino stesso è la meta”.